Beh in realtà no, non lo siamo poi così tanto :) ma qui devo dire che ho visto una quantità tale di colorante per paella nei market, che è come essere nella sopracitata metropoli spagnola! Ma magari fra una settimana vi saprò confrontare meglio la realtà di Albacete con quella valenciana.
Comunque sì, ho detto colorante. Infatti qui lo zafferano si vede solo col binocolo, o quasi. La "spezia" più utilizzata per la paella è il "Colorante" Carmencita i cui ingredienti sono: farina di mais, E-102 (Tartracina 14%) e sale. Bene, dovete sapere che sulla stessa confezione è riportato il seguente testo:
"Puede tener efectos negativos sobre la actividad y la atencion de los niños"
che in italiano suona come
Può dare effetti negativi sull’attività e l’attenzione dei bambini.
A essere sinceri in qualche negozio abbiamo trovato anche delle spezie per "paella con azafran" (cioè paella con zafferano), che probabilmente contengono meno coloranti nocivi.
A parte questo aspetto non molto salutare, devo dire che la paella è un gran buon piatto che, tra l’altro, ho avuto il piacere di imparare a fare seguendo i vari passaggi della preparazione assieme al nostro padrone di casa, Josè Pedro.
E allora iniziamo con la ricetta!
Paella per 6
- 1 paellera (una padella per paella, in alternativa una padella coi bordi bassi)
- 6 "mani di Pedro" :) di riso + 1 (for the pot :)
- colorante (proverò con la curcuma una volta tornata a casa)
- 1 quadratone 10cmx10cm di carne di seppia (non ricordo se in Italia si trovano, in caso prendete una seppia pulita e ritagliatene un quadrato)
- 2 calamari
- una ventina di cozze
- 6 gamberoni
- 2 pomodori di medie dimensioni
- 1 pugno di fagioli bianchi di Spagna
- 5/6 bacelli di taccole (in alternativa i fagiolini che trovate)
- 1 pugno di piselli
- 1 quarto di peperone
- 1 litro di brodo di pesce (fatto in casa possibilmente)
- 3 spicchi d’aglio
- olio q.b. per soffriggere
- sale q.b.
Pulite tutto il pesce: togliete la cartilagine interna dei calamari nonchè tutto quello che (spero :P) non avrete voglia di mangiare di questi gustosi cefalopodi, dopodichè tagliateli a rondelle esattamente come se li doveste friggere. Ai gamberoni togliete semplicemente i baffi e tutto ciò …che punge (nella foto li vedete già curati).
Tagliate a listarelle (per lungo) il peperone, grattugiate il pomodoro (sì sì, avete letto bene, si grattugia come il formaggio :) e triturate l’aglio, friggete poi tutto in abbondante olio, deve essere sufficiente a ospitare tutti gli ingredienti che arriveranno più tardi (almeno così ha fatto Pedro, una volta caldo c’era un dito di olio… penso che ne metterò di meno quando la farò io, voi fate come volete). Il peperone non deve diventare morbido quindi dopo 2/3 minuti toglietelo dalla padella e fatelo attendere fino a poco prima del termine della cottura della paella.
Nel frattempo cuocete le cozze in modo che si aprano e buttino fuori la loro acqua. Una volta aperte, eliminate i gusci e mettete il liquido assieme al brodo di pesce.
Dopo aver tolto il peperone mettete a sfrigolare per due minuti la seppia e dopo di essa il calamaro. A questo punto aggiungete il brodo, il colorante e i legumi: in Spagna congelano ogni tipo di legume esita, ma nei freezer dei supermercati italiani si trovano solo i piselli e i fagiolini. Quindi io a questo punto della ricetta metterei quello che avete in versione surgelata o fresca, mentre se usate, per esempio, dei fagioli precotti o in salamoia li aggiungerei un attimo prima di aggiungere il peperone.
Ecco come si deve presentare la paella a questo punto:
Lasciate cuocere per una decina di minuti e quindi versate il riso:
Mescoliate bene il tutto assieme agli eventuali legumi precotti (o in salamoia) e per ultimo aggiungete i peperoni e i gamberi, stavolta senza mescolare: devono rimanere a vista una volta che la paella sarà cotta.
La cottura adesso dovrebbe durare ancora 15 minuti, durante i quali dovrete assolutamente trattenervi dall’italiana tentazione di girare il riso :), quando vedrete che si sarà ben asciugata potrete finalmente servirla.
Pedro l’ha servita accompagnata da una ricca insalata preparata mettendo assieme lattuga, cipolla, pomodoro, peperone, olive rigorosamente non denocciolate, uovo cotto in microonde con il cuore ancora morbido e poi tagliuzzato, salsa di yogurt e tonno in scatola (che però, ragazzi, è in via d’estinzione quindi… sostituitelo con dello sgombro!).
Come gustarla alla perfezione? Fate lavare i piatti al vostro migliore amico! ;)
9 Comments
wella ragazzi! :) ma siete tutti e due in spagna?
ottima la paella sluurp!! però non sapevo la storia del colorante :(
epica la foto di omar :D
appena puoi metti la ricetta della fabada asturiana che mi manca tanto ^^
ciaooo
Me ne sono andato dopo aver visto questa foto :|
@Roberto: Ciao Roby! Che piacere risentirti! Devo ammettere che la fabada asturiana non la conoscevo proprio, ma dopo un due ricerchine devo dire che mi è venuta voglia di assaggiarla.. Tanto tra Josè Pedro e Omar la morcillia me la sono già ri-mangiata per la seconda volta nella mia vita qualche giorno fa… e in questo caso non avevo così tanta voglia visto che sapevo benissimo di cosa si trattava XD
@Omar: ma… ma… ma… vorresti dire che da tutto sto tempo sto parlando con un’immagine olografica??!
Hai le visioni vista da digestione di tutto quello che stai mangiando!
Urca, grazie per la ricetta! Un po meno per la foto di Omar….
Ma… “migliore amico”?? Non è il tuo moroso? xD
@Marco: non potevo escludere tutte le persone che non hanno una dolce metà, così, indiscriminatamente! ;)
oh mio dio….ma perchè katia ci fai stare tanto male con queste foto di omar???????
che poi….già non possiamo venire a valencia,farci anche gola in questo modo… :(
@Mara: dai ci sarà il giorno che potrete fare un giretto da ste parti!
[…] negro di Pedro ma tenete presente le quantità della paella che vi ho già descritto qui o qui e siete a […]